LA CUCINA DI NONNA GUGLIELMINA

 

 

 

 

Era un po' che avevo detto al mio migliore amico Stefano che volevo riprodurre in miniatura la cucina di sua nonna Guglielmina e ora finalmente ce l'ho fatta, ci ho messo due anni a decidermi a partire e sei mesi per farla.

Io non ho mai conosciuto la nonna di Stefano e non ho mai visto la sua cucina, ma giustamente vi chiederete come abbia potuto riprodurre una cosa senza nemmeno vederla, domanda legittima, la cosa è stata alquanto laboriosa ma veramente molto bella, non so se il mio amico la pensa così però, visto il lavoro da certosino che ha dovuto fare.

Dopo la disquisizione verbale di come sono fatte genericamente le cucine toscane dei primi del '900 è partita la spiegazione dettagliata dei particolari della cucina della nonna, ho preso diligentemente appunti cercando in Internet qualche immagine che mi potesse rendere più chiaro il buio in cui navigavo ma il livello della mia ottusaggine è andato ben oltre l'immaginabile, ma lui ha la pazienza di Giobbe.

Qualche difficoltà l'ho incontrata, non riuscivo a trovare immagini che potessero aiutarmi quindi il mio paziente amico ha provveduto a disegnare tutto quello che non potevo vedere, il "focarile", il particolare camino con cucina in muratura annessa, tipico delle case toscane, la mia fortuna è stata anche che Stefano sa disegnare molto bene e pur abitando in Toscana, via mail mi ha inviato tutto quello che mi serviva, immagini dei mobili di casa sua, ovviamente quelli originali della nonna, disegni, appunti e correzioni varie, è persino riuscito a correggermi degli "errori" storici su una foto del lavoro semi finito disegnandomi l'ambientazione sullo sfondo.

 

Una particolare menzione io la farei per l'acquaio, primo perchè mi piace da morire, mi è venuto benissimo ed è molto somigliante a quello originale fatto in "gonfolina" una pietra calcarea usata in toscana e proveniente da cave nelle zone del livornese.

    

Poi è iniziata la ricerca e la costruzione dei particolari da inserire nella room box, piatti, pentole in terracotta, che cucina toscana sarebbe senza pentole di coccio???

I cibi tipici, i fagioli al fiasco, che non essendo illuminata la room box , non si vedono molto bene ma sono sotto la cenere del camino, il pecorino toscano fatto in pasta sintetica, i pomodorini e la treccia d'aglio, magistralmente fatti dalla grande amica Silvia Cucchi.

Sulla credenza, o meglio piattaia, rigorosamente con i piedi a "cipolla", c'è un barattolo di marmellata di ciliegie, tipica del posto dove viveva la nonna, vicino al camino, rovesciato per terra, il fiasco con il Chianti, ma sarà il chianti o il Brunello che si beve in quella provincia?? Mah, devo chiedere...

Sulla cucina in muratura, detta "focarile" in italiano ma in lingua autoctona "foarile" con la C aspirata ma non come i fiorentini che qua Firenze non ci incastra nulla, c'è la mitica ribollita, non si vede ma vi assicuro che nella pentola di coccio c'è veramente e l'ha fatta un'altra amica, Mara di Como, eh sì, la ribollita è stata fatta a Como, del resto la Toscana è internazionale, la conoscono tutti e ce la invidiano, e pensare che è nostra! WOW!!

 

Sul tavolo non poteva mancare il pane "sciocco" quello tipico e solo toscano, senza sale, che per me che sono milanese è una sfida ogni volta che lo mangio, "un sà di nulla" !!!!

Ma siccome in Toscana c'è un pezzetto di cuore oltre ad ascoltare Bocelli, che in certi momenti è preferibile inghiottire vetri e chiodi,ogni tanto si mangia anche il pane senza sale, ma con tutto il rispetto che porto per il fornaio toscano, la michetta di Milano "l'è semper mej" ( n.d.r. "è sempre meglio").

Sempre sul tavolo due salumi, il "mallegato" tipico di questa provincia, marrone scuro che ispira poco, sarò anche campanilista ma a me piace il salame tipo "Milano" e che ci devo fare, il mallegato non l'ho mai assaggiato ma mi fa paura solo il colore....e un salame che non so come siano in questa provincia ma quello sul tavolo è esattamente del luogo, ne sono certa.

 

Ecco l'errore "storico" rimediato, questo tavolo è  come il tavolo toscano dell'epoca, con le particolari prolunghe che si aprono/chiudono ai lati.

Questo è il tavolo che c'era prima nella room-box, non ha niente a che vedere con i tavoli toscani dei primi del '900.

 

Il pavimento è la cosa che mi ha portato via più tempo in assoluto e 10 anni di vita mentale, in cotto rigorosamente toscano non poteva essere lasciato al caso, no di certo, Stefano è paziente ma è anche preciso, le cose se si fanno si devono fare bene e  ha detto che le piastrelle dovevano essere "mezzane" a spina di pesce a 90 gradi, e così sono, e allora via, si fa lo stampo con il silicone, 20 piastrelline mezzane, e si cola marmorina color cotto per giorni, tric tric tric tric....100, 200, 350...."Deo meo!!!!"

Le si posa, si colorano le fughe che non possono essere bianche, deve essere tutto vecchio, anche le piastrelle devono essere scurite per l'usura,anche io mi sono scurita per l'usura, e poi non devono nemmeno essere messe precise, devono raccontare il tempo trascorso, ma questo non è stato un problema, il fatto che dovevano essere un po' sconesse mi è venuto anche bene, non sono mica capace di fare il piastrellista e il problema si sarebbe presentato se avessi dovuto metterle perfette.

I muri sono imbiancati un po' come se fossero tirati a calce, in realtà li ho passate con lo stucco per i muri per dare quell'idea di "grezzo" e un po' sporchino, non che la nonna non pulisse, se solo assomiglia metà al nipote sotto questo aspetto sicuramente aveva tirato lucido anche il cotto, ma il tempo che passa si posa su tutto, muri compresi.

Ai primi di settembre era tutto pronto, doveva solo essere assemblato, ma sono riuscita ad arrivare al termine di questa Odissea solo perchè dovevo consegnarla ad una data stabilita per una mostra in collaborazione con ADMI e il FAI (Fondo per l'Ambiente italiano) che l'ha esposta a Casalzuigno, a Villa di Porta Bozzolo all'interno della manifestazione dove si parlava della casa nel tempo e nei vari luoghi del mondo.

Devo ammettere che mi sono sentita davvero orgogliosa del lavoro che ho fatto quando l'ho vista esposta, mi piace molto come è venuta, mi è piaciuto tantissimo averla fatta a "quattro mani" a distanza con il mio amico, ma sono stata ancora più contenta che era la cucina di sua nonna  e che sono riuscita a mantenere la promessa, ci tenevo molto, hai visto Ste dove è arrivata la nonna Guglielmina?

Alla fine di tutta la fatica a raccontare come l'ho fatta, a quanto mi sono impegnata, ogni tanto ci scappa qualche parola con l'accento del posto e quando una volta mi hanno chiesto " ma sei toscana?" per un secondo ho pensato che un po' potevo anche esserlo ma poi il parafulmine del "campanile" lombardo mi ha punzecchiato e ho risposto " Io toscana? No no, ho solo posato le mezzane....o via!"

 

 

      

                                                                                                                                                   

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