PARTICOLARI DELL'OFFICINA

 

Il banco da lavoro

Il bellissimo bidone dell'immondizia altro non è che un porta rullino fotografico, ma questo si vede benissimo.

Il rotolo con la carta per asciugare le mani è fatto arrotolando a misura la comunissima carta da cucina e montato su uno stuzzicandenti appeso al muro.

A sinistra del bancone c'è un poster che non si vede benissimo, ma è la riduzione di un disegno del motore di una Moto Guzzi, che è un motore particolare, non perchè sia un motore speciale che fa volare anche gli asini, ma perchè sulle moto viene montato in maniera diversa che su modelli di altre case, è a "V" che dà il particolare che permette di riconoscere una Guzzi, specie a me che non riconosco i modelli, quando vedo il motore messo così capisco che è una Guzzi.

Lo si vede meglio nel modellino della moto nelle foto sotto, alla fine della pagina.

 

la parte inferiore del banco da lavoro

Il bancone da lavoro è fatto usando come ripiani due pezzi di un cartone molto spesso incollati a gambe fatte con dei pezzi di legno simili ai bastoncini del ghiacciolo, più piccoli, che mi vengono dati per mescolare il cappuccino da asporto la mattina a colazione prima del lavoro.

I cassetti sono fintissimi, non si aprono nemmeno a martellate, sono fatti in poliuretano dipinto di grigio "officina" con le maniglia fatte da un gruppo di quattro punti per la graffettatrice.

Nel ripiano sotto ci sono due barattoli di grasso usati in officina che sono dei pezzi di plastica cilindrici che avevo in casa nella scatola del "riciclo perenne", perenne perchè ogni pezzo che utilizzo lo rimpiazzo con altri tre che stazioneranno in quella scatola lustri interi non esaurendosi mai.

Il contenitore metallico tipo vassoio e una parte di un blister di un analgesico che uso io, isolato dal resto della struttura sembra proprio un contenitore, dentro ci sono dei pezzi di "moto" che in realtà sono i rivetti metallici che si usano per fare gli occhielli per far passare dei lacci, non so spiegarmi meglio.

L'altro contenitore bianco in origine conteneva un colore per acquarelli, me lo aveva regalato la carissima amica Cristina Rossi una volta che ero andata a trovarla, e siccome lei è una bravissima pittrice, di questi cosini qua ne aveva parecchi in giro per casa, dentro c'è un albero " a camme", nelle officine ne girano tanti, è un termine tecnico e  in origine è un pezzo di una macchinina di plastica trovata in un ovetto a sorpresa ed è realmente un alberino " a camme", serviva appunto per far muovere la macchinina.

lavori in corso....

 

particolare del banco

Gli attrezzi sul quadro e sul bancone in parte sono fatti da me, gli altri mi sono stati regalati da Silvia Cucchi, sono colati in stampi e io li ho solo colorati, il martello sul banco, il cacciavite di fianco, la serie di chiavi fisse sul pannello, le pinze e le tenaglie.

Quelli che ho fatto io sono le due serie di cacciaviti, quelli con il manico arancione e rosso, il manico è fatto con il cernit, la parte metallica con il metallo dei fermacampioni comunemente usati in ufficio, ho tagliato tagliato la parte dritta, nel punto dove viene tagliato dal tronchesino si appiattisce un po' dando bene l'idea del cacciavite a taglio.

I martelli sul pannello sono fatti con il cernit, la parte nera che simula la gomma, e con pezzi di legno tagliati a misura da uno spiedino che si usa in cucina.

Le brugole sul pannello a sinistra della scritta sono fatte tagliando i punti delle graffettatrici a misura e incollandole come vengono venduta quelle in scala reale, in genere attaccate ad un anello.

Le chiavi a gomito, in alto a sinistra del pannello, sono fatte tagliando i fermacampioni grandi  nel punto dove sono piegate già di loro, ho sfruttato la curva perfetta per non stare a piegarli io in maniera approssimativa.

Le due "molle" sul bancone simulano gli ammortizzatori delle moto e sono fatti tagliando in due la molla che si trova all'interno delle penne a sfera a scatto.

Il barattolo sporco di grasso nero è un barattolo vero regalato da Silvia Cucchi.

 

particolare dello scaffale

Lo scaffale è stato fatto con gli stessi materiali del bancone, cartone spesso per i ripiani e listellini di legno da cappuccino per le gambe.

Sui ripiani scatole di materiali da officina ricavati da una stampa e montate a scatola, riproduzioni di bottiglie di oli e liquidi vari per motori ricavati da sagome di poliuretano tagliati a misura e modello con incollati sopra le etichette stampate.

Due libri che raccontano la storia delle Moto Guzzi, davvero molto interessante anche in scala reale, sull'ultimo ripiano si vede un roto di carta per asciugare le mani, e un rotolo di nastro di carta adesiva da carrozziere fatto con del vero nastro di carrozziere tagliato a misura e incollato su un cilindrino di cartone.

Sul secondo ripiano si vede una scatola e un arnese che sembra un telefono cellulare ma che in realtà è un attrezzo che usano i meccanici moderni per fare un esame a computer di autodiagnosi degli impianti elettronici, in questo caso, delle moto.

Le bustine a destra di questo accessorio contengono i ricambi originali Guzzi, esistono davvero nella realtà e portano il logo della casa proprio come nella finzione, e nella miniatura contengono parti metalliche del motore (ricavate dalle parti metalliche di una graffettatrice rotta) e cinghie di trasmissione (sono piccoli elastici neri per i capelli delle bambine).

Ho fatto una fatica epica ad incollare la plastica con piccoli pezzettini di scoth dietro, inserire la stampa con il logo, il pezzo di metallo e chiudere tutto, ma sono una delle cose che più mi piacciono, meno male che ero sola in casa quando ho elencato metri e metri di parole non adatte a signore per bene, sono certa che non mi ha sentito nessuno perchè da luglio ad oggi (gennaio dell'anno dopo) non ho ricevuto richieste di collaborazione da nessun porto come scaricatore o società di trasporti via gomma come camionista.

Il contenitore rosso quasi sotto allo scaffale è uno dei mille mila contenitori che si possono trovare nelle officine e in questo caso contiene olio esausto reduce da un cambio.

 

l'officina è finita ma manca qualcosa...

Qualche sbaffo di grasso sul pavimento completa l'ambientazione anche se oggi le officine non sono più così sporche come una volta, anzi, si tiene molto alla pulizia, nei limiti del possibile ovviamente, perchè una scivolata sull'olio non è un bell'andare, Tiziano poi, è particolarmente esigente su questo, lavora nell'ordine, che in una officina può sembrare ridicola come pretesa, ima in realtà è garanzia di professionalità.

Sto imparando un sacco di cose sui meccanici che non immaginate nemmeno.

 

 

...ora è completa con la moto trovata sotto l'albero di Natale

 

 

 

 

 

un bel primo piano della Moto Guzzi V11 Scura...bellissima

 

 

 

 

 

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